Sono nato, quando l’Italia era (ma ancora per poco) un Regno, con 12 Euro di debito ed oggi, nell’Italia della cosiddetta “seconda Repubblica”, ho –come ciascun connazionale- un fardello di circa 32 mila Euro.
Ma attenti, questi debiti non sono stati contratti da nessuno di noi direttamente ma, anche in nostro nome, dai Governanti del nostro “bel” Paese !
Qualche settimana fa la mia famiglia (8 persone, con moglie, figli, genero, nuora e nipoti) era riunita a tavola per festeggiare un compleanno ed il telegiornale stava dando notizia dell’approvazione definitiva della legge costituzionale n. 1/2012 che impone l’obbligo del pareggio del bilancio pubblico italiano (http://www.senato.it/service/PDF/PDFServer/BGT/00647793.pdf).
Ho pensato: era ora !
Guardando i miei Cari ho infatti fatto un rapido calcolo: tutti insieme (da me alla mia nipotina di 16 mesi) siamo –incolpevolmente- gravati da circa 255 mila Euro del debito accumulato dello Stato italiano. Pensate anche Voi quanti siete nella Vostra “famiglia allargata” e moltiplicate: attenti, se siete sensibili un brivido potrebbe solcarvi la schiena.
Debito pubblico italiano: una spirale perversa che ha segnato gli ultimi decenni. Infatti, alla fine del 1945, a 2^ guerra mondiale ormai conclusa, per una serie eterogenea di cause il debito consolidato delle Amministrazioni pubbliche italiane, convertito in Euro, ammontava, secondo la ricostruzione storica della Banca d’Italia (http://www.bancaditalia.it/pubblicazioni/econo/quest_ecofin_2/qef_31/QEF_31.pdf ), a 566,7 milioni (cfr. tav. 3 del citato studio Bankit) ed il suo rapporto con il PIL era di solo il 32%.
Al 1 gennaio 1946 eravamo (c’ero anche io, seppur neonato) 45,5 milioni di abitanti e quindi ciascun italiano vivente aveva, più o meno consapevolmente, un debito di 12,44 Euro. Si, avete letto bene, poco più di 12 Euro a testa!
Da allora ad oggi i nostri Amministratori hanno sempre chiuso in deficit il bilancio dell’Azienda Italia (ma se non erro, l’ultimo avanzo di bilancio l’Italia lo ha addirittura registrato nel 1911 con il Governo Giolitti!) ed oggi, che siamo circa 60, 8 milioni di residenti, il debito pubblico complessivo ha raggiunto 1.928.211 milioni di Euro (http://www.bancaditalia.it/statistiche/finpub/pimefp/2012/sb20_12/suppl_20_12.pdf ) , il 120,1% del PIL, e quello individuale 31.714 Euro.
Se poi nettiamo i residenti dei 4,8 milioni di stranieri, il debito di ogni “italiano” aumenta a 34.342 Euro !
Non sono un fanatico di Friedrich August von Hayek (il maggiore rappresentante del liberismo) ed un detrattore di John Maynard Keynes. Anzi sono stato allievo e sono tuttora un profondo estimatore di Federico Caffè e delle Sue idee e quindi ...
Ma sono fermamente convinto che era ed è ora di dire: BASTA !
Perché, ne sono certo, da oggi in poi –noi, ma soprattutto figli e nipoti- questo smisurato debito pubblico lo dovremo ripagare tutto ! E saranno quasi certamente “lacrime e sangue” !
Nella vita, a livello individuale o familiare, possiamo aver compiuto progressi più o meno significativi, ma –non nascondiamoci- come insieme della popolazione, come italiani, siamo purtroppo sull’orlo del fallimento !
Debbo ancora chiarire che la nuova norma non è comunque un dogma assoluto: dal 2013 il ricorso all’indebitamento è consentito solo al verificarsi di eventi eccezionali (gravi recessioni economiche, crisi finanziarie e gravi calamità naturali) che non possono essere affrontati con le ordinarie decisioni di bilancio. E comunque nuovi debiti, accompagnati dalla definizione di un “percorso di rientro”, possono essere autorizzati ma con deliberazioni conformi delle due Camere, adottate a maggioranza assoluta dei rispettivi componenti.
I giorni successivi alla riscrittura dell’art. 81 ed alla modifica degli artt. 97, 117 e 119 della Costituzione mi aspettavo grandi festeggiamenti: si tratta infatti, a mio parere, della riforma più importante ed incisiva degli ultimi anni!
Al contrario, le critiche sembrano prevalere sui giudizi positivi. Il dibattito è aperto, in Italia, in Europa e negli Stati Uniti.
Se per me l'introduzione del pareggio di bilancio in Costituzione rappresenta una “regola aurea”, diversi economisti sono di avviso completamente diverso.
Nel 2010 ci fu un tentativo di introdurre tale regola anche negli USA e 5 premi Nobel (Kenneth Arrow, Peter Diamond, William Sharpe, Eric Maskin e Robert Solow) lanciarono addirittura un appello al Presidente degli Stati Uniti Barack Obama, nel quale sottolinearono che inserire il pareggio di bilancio nella Carta costituzionale sarebbe stata una decisione “improvvida”.
In Italia, se siete curiosi, potete leggere alcune posizioni molto critiche (ma probabilmente “di parte”) su MicroMega (http://temi.repubblica.it/micromega-online/no-al-pareggio-di-bilancio-in-costituzione/ ), su Il Fatto Quotidiano (www.ilfattoquotidiano.it/.../pareggio-bilancio...costituzione.../205094/ ) e sull’ Espresso (http://espresso.repubblica.it/dettaglio/che-bufala-il-pareggio-di-bilancio/2179295/10 ).
Comunque, io ho letto, ho pensato, riflettuto e valutato, ma resto del mio parere: non si poteva andare oltre !
Si potrebbe obiettare: e la risorse per lo sviluppo ?
Semplice: combattere veramente l’evasione fiscale, tassare i grandi patrimoni, eliminare gli sprechi, riformare profondamente e alleggerire la politica, l’apparato e le aziende pubbliche, ecc. ecc.
Utopie di un sognatore? NO, quasi certamente basta solo averne la volontà !